Aspetto teorico
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ASPETTO TEORICO
"L'unico decreto del Karma, un decreto eterno ed immutabile, è Parmonia assoluta nel mondo della materia come nel mondo dello Spirito».
(H. P Bktvaisky: «La chiave della Teosofia»)
Non è facile comprendere la Legge del Karma , nella sua vera essenza ed in tutta la sua estensione, perché essa è considerata nell'esoterismo la legge fondamentale, la «Grande Legge», che regola e governa tutta la manifestazione a tutti i livelli e sotto infiniti aspetti.
La stessa rincarnazione deriva dalla Legge del Karma, che ha messo in moto delle cause che devono necessariamente produrre degli effetti. Infatti come dice Chevrier nel suo libro «La Dottrina occulta»: «....è il Karma che assicura la continuità dell’essere attraverso le esistenze successive, poiché esso deve essere considerato come la direzione impressa alla Vita.»
Nella "Dottrina Segreta" di H.P. Blavatsky la Legge del Karma è definita la Legge Unica ed è strettamente collegata alla Vita Unica.
Per poter comprendete ed accettare l'idea del karma, difatti, occorre prima accettare la verità dell’esistenza di una energia universale, di un'unica essenza che permea tutta la manifestazione e che deriva da un Principio Unico, «Causa senza Causa» di tutto ciò che è.
Questa energia universale è in uno stato di perfetta armonia, di unità sino a quando è in «riposo» (pralaya), ma al momento dell’Ideazione Cosmica, generata dall'Assoluto, comincia a frammentarsi, a moltiplicarsi e differenziarsi, limitandosi negli infiniti stati e forme dì esistenza. Tuttavia come un elastico teso al massimo, tende a ritornare allo stato primitivo quando è allentato, così questa energia, questa Vita, tende a ritornare allo stato di armonia, di unità primigenie, producendo continuamente un movimento contrario, anche se inavvertito, una reazione, una «spinta» di ritorno alla sorgente da dove è provenuta.
Tale spinta di ritorno produce quella che chiamiamo la Legge del Karma, o legge di Causa ed Effetto, che si enuncia così:
«Il karma è la grande legge di riaggiustamento che ristabilisce l'armonìa e l'equilibrio, spezzati dalle azioni e dai moti interiori dell’uomo.»
Tale legge in realtà non esiste solo a livello umano, ma, come abbiamo detto, a tutti i livelli e sotto vari aspetti. La ritroviamo anche a livello materiale ed è stata definita dagli scienziati « legge di azione e reazione» o terza legge di Newton, che si enuncia così: «Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria».
La ritroviamo a livello psicologico come «tendenza alla compensazione», osservata e studiata da numerosi psicologi, fra cui Adler e molti altri. Una psicologa tedesca, Franziska Baumgarten, la definisce così: «La compensazione, come processo psichico, non è niente altro che l'effetto di forze regolatrici della vita psichica».
Nel campo filosofico tale legge è definita «principio di causalità» ed è uno dei postulati fondamentali del pensiero che si enuncia così: «Ogni fenomeno ha una causa» oppure come dice Spinoza: «Essendo data una determinata causa ne risulta necessariamente un effetto».
Nel campo religioso e spirituale è stata riconosciuta come «Legge di retribuzione», poiché l'uomo ha sempre intuito che nulla di ciò che facciamo può rimanere senza effetto e che mettiamo in moto delle cause, che prima o poi dovranno avere dei risultati e «ritornare» a noi, come simbolico «boomerang» da cui non ci si può sottrarre.
È questo il segno di una esigenza profonda insita nell'uomo verso l'ordine, la giustizia, l'equanimità che cerca delle risposte e delle conferme,
Il karma è infatti una legge di giustizia, priva però dì qualsiasi giudizio morale, dì contenuti emotivi e personali, poiché è impersonale, universale e mossa da una Realtà Trascendente che è la Vita Unica, l'Essere Assoluto.
Noi esseri umani, prigionieri del relativo, incapaci di vedere la totalità, all’inizio interpretiamo questa legge come una Giustizia Divina che ci premia o ci castiga, a seconda delia qualità delle nostre azioni. Pensiamo che vi sia un Giudice Supremo che «accuratamente tiene il conto» dei nostri errori e delle nostre buone azioni, per poi punirci o remunerarci. In realtà «ogni azione ricompensa se stessa» come dice Emerson(«La legge di compensazione»), e «causa ed effetto, seme e frutto non possono essere separati, perché l'effetto germoglia già nella causa; il fine preesiste nei mezzi, il frutto nel seme».
L’Essere Supremo, Dio, è di per se stesso Giustizia, Ordine e Armonia e quindi tale Legge è il risultato naturale della manifestazione della Sua energia nella creazione.
Veniamo ora a qualche cosa di più precìso.
Gli effetti di questa legge non sempre si manifestano rapidamente, ma anzi quasi sempre precipitano in una vita successiva. Perché accade questo? Perché gli effetti di una determinata azione possono manifestarsi solo quando troveranno il momento, la situazione e l'ambiente adatti a «precipitare sul piano fisico», con una esatta corrispondenza su tutti i livelli, alla causa che li ha prodotti. Ecco perché si dice, nelle dottrine esoteriche, che il «karma deve maturare» prima dì manifestarsi e può quindi sopraggiungere nella vita successiva o anche dopo varie vite.
Un'altra ragione dì questo possìbile «ritardo» dell'effetto è data dal fatto che noi produciamo continuamente altro karma» poiché agiamo sempre, e mettiamo in moto cause nuove che si sovrappongono e si mescolano agii «effetti» del karma che proviene dal passato e così a volte è molto difficile e complicato distinguere gli effetti dalle cause.
In altre parole un nostro atteggiamento, una nostra scelta, un errore, possono essere effetto di un karma precedente, ma possono essere anche «azioni nuove» della vita attuale, e quindi diventare a loro volta «cause» di un futuro karma. Non dobbiamo dimenticare che l'uomo anche se è soggetto alla legge del karma è tuttavia libero interiormente poiché in lui vi è l'Io, l'auto coscienza che è il riflesso della scintilla divina, il Sé, particella dell'Assoluto che gli dà la capacità di volere, di decidere, di usare il potere di libera scelta.
Il karma non è cieco determinismo, un destino fatale a cui siamo soggetti: è l'effetto di cause messe in moto da noi stessi per libera scelta, ed anche se inevitabilmente dobbiamo affrontarlo, siamo lìberi dì reagire ad esso come vogliamo, in maniera imprevedibile ed individuale. Il karma in realtà è un mezzo educativo per l'uomo, poiché nasconde sempre un insegnamento ed uno stimolo di crescita e di maturazione che dobbiamo interpretare prima, ed attuare poi.
E questo è valido sia per il karma cosiddetto «cattivo» e cioè quello che produce dolore e sofferenza, sia per il karma cosiddetto «buono». Spesso anzi le situazioni fortunate (o che l'uomo reputa fortunate), di ricchezza, successo, bellezza, ecc..., possono essere esperienze e prove insidiose che possono portarci tanto ai bene quanto al male a seconda di come noi le viviamo e utilizziamo per la nostra evoluzione interiore.
Passano però molte vite prima che l'uomo sappia utilizzare lrinsegnamenro nascosto nel karma, poiché ciò richiede una accettazione totale della vita con le sue esperienze e prove, una fiducia completa nella legge divina ed una consapevole collaborazione alla spinta evolutiva.
All'inizio del suo cammino evolutivo l’uomo subisce passivamente il karma, oppure si ribella ad esso producendosi così altro karma ed altre sofferenze future. A mano a mano, tuttavia, che in lui comincia a risvegliarsi la coscienza della sua vera natura e del reale scopo della vita, egli non lo subisce più passivamente né reagisce ad esso con ribellione, ma lo accetta e lo comprende ed anzi quasi lo previene, intuendo anticipatamente quale sia la lezione che deve imparare in quella particolare incarnazione e quale sia il compito evolutivo del momento.
Dice Patanjali nei suoi «Surra Yoga»: «Il dolore non ancora sopravvenuto si può prevenire».
E le sue parole vogliono esprimere in sintesi proprio l'atteggiamento sopra descritto che fa trasformare il karma doloroso in una esperienza vivificante, costruttiva e talvolta persino gioiosa.
Questo modo di essere interiore fa sì che spesso le persone mature ed abbastanza evolute abbiano una «accelerazione di karma poiché in loro non solo vi è la capacità di utilizzarlo ma soprattutto vi sono vibrazioni calme e limpide, un aura magnetica libera e sgombra che favorisce il «riaggiustamento» delle energie, il superamento attraverso la catarsi di passati errori e disarmonie.
Questa è la ragione per cui spesso le vite di persone buone ed elevate sembrano essere disseminate di sofferenze e di prove, di dure esperienze e di apparenti ingiustìzie, se sono viste solo dall'esterno. In realtà esse stanno accelerando la loro evoluzione, stanno «bruciando» in piena consapevolezza le antiche impurità e si stanno liberando di pesi e fardelli del passato.
À questo punto occorre dire che vi è anche un «karma collettivo», e cioè familiare, nazionale, di gruppo ecc. E questo avviene perché spesso le nostre azioni sono strettamente collegate a quelle degli altri che vivono nel nostro ambiente, e vi sono infiniti legami ed interrelazioni sottili che ci influenzano reciprocamente e che fanno si che si formi una specie di «destino» di gruppo, ciò spiegherebbe (almeno in parte) le catastrofi, i cataclismi, le disgrazie collettive che coinvolgono nello stesso destino persone diverse.
Per quello che riguarda il karma familiare esso si riferisce a quegli eventi e circostanze che accomunano le persone di una stessa famiglia inevitabilmente in una stessa sorte, ma a cui ognuno dei membri può reagire individualmente in maniera diversa.
Quindi, anche il karma collettivo non deve essere considerato in maniera fatalistica, poiché può essere affrontato e vissuto in maniera negativa o positiva, secondo il grado di coscienza e la libertà interiore dell'individuo.
Per quello che riguarda il nostro sviluppo interiore lo studio e la comprensione della Legge del Karma sono determinanti, poiché tale Legge ha una importanza fondamentale per la nostra crescita ed autoformazione. Infitti è la legge di causa e di effetto che produce le tendenze, le abitudini (buone o cattive), i condizionamenti e gli automatismi inconsci.
Quello che siamo oggi in senso psicologico e soggettivo è l'effetto di «atti», di desideri, di stimoli messi in moto in vite precedenti poiché, in virtù di una legge psicologica ben precisa, ogni azione, ogni desiderio, ogni pensiero agiscono sul nostro inconscio, formando a poco a poco delle tendenze, degli automatismi, delle facoltà.
L'uomo, a livello personale, è in realtà un insieme di «programmazioni», di condizionamenti, che lui stesso ha creato in passato, con il suo sforzo, le sue necessità, la sua volontà.
La libertà dell’uomo risiede solo nel suo livello spirituale, nel Sé, che gli dà la capacità di essere consapevole e di poter lottare contro queste programmazioni che costituiscono un determinismo limitante, fino ad affrancarsene.
Tutta l'esistenza dell'uomo è un eterno conflitto fra l'ispirazione alla libertà ed il determinismo creato dal karma, che lo condiziona anche a livello psicologico.
Vedere il karma sotto questo aspetto psicologico potrà sembrare ad alcuni un po' nuovo ma in realtà è il solo modo per risolverlo veramente e per utilizzarlo nella sua funzione reale, che è quella evolutiva ed educativa.
Tuttavia prima di giungere a questa comprensione e utilizzazione del karma, l'uomo passa attraverso vari livelli di «comprensione» a seconda del suo grado evolutivo e dello sviluppo del suo senso esoterico.
Il karma inoltre vuole insegnarci anche che tutto è energia, che vi sono infiniti e misteriosi scambi e legami fra noi esseri umani e tutto ciò che esiste, e che tutto ciò che facciamo, sentiamo, pensiamo, genera onde e vibrazioni in questa energia creando dei campi magnetici intorno a noi che attirano o respìngono altre energie.
Il vero esoterista deve sviluppare la capacità di percepire queste energie, di divenirne cosciente per usarle nel giusto modo. Deve imparare a sensibilizzarsi anche verso le energie degli altri, ad armonizzarsi con esse, a trovare la giusta vibrazione, ad emettere la «nota» o energia del Sé che crea Armonia, Pace ed Amore.
Egli a poco a poco non crea più karma, cioè le sue azioni sono in perfetta sintonia con la Volontà del Sé, che a sua volta è in armonìa con la Volontà dell'Uno ed allora non produce più la necessità del riequilibramento e della reazione contraria.
Tale meta è ancora lontana da noi, possiamo però tenerla presente fin da ora, mettendoci nell’atteggiamento adatto di accettazione, di fiducia, di obbedienza, di adesione alla Grande Legge del Karma per comprenderlo, utilizzarlo e trasformarlo in mezzo evolutivo ed in una tecnica di autoformazione e di realizzazione.
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